VARRONE ACCADEMICO E MENIPPEO

ISBN 978-88-8220-288-0 Collane , ,

Prezzo    € 20,00

Autore    Diomira Gattafoni

Anno       2021

Pagine    208

Saggio introduttivo di Paolo d’Alessandro

A partire dalle testimonianze epistolari ciceroniane, in Varrone accademico e menippeo sono esaminate le dinamiche filologiche, contingenti e psicologiche, sottese alla seconda edizione degli Academica a favore della maschera di Varrone. Il Varro di Cicerone П l’unica porzione di dialogo superstite riconducibile alla formazione e all’adesione filosofica di Varrone quanto a logica, etica e fisica. Il reatino sarebbe stato spinto a tentare personalmente l’impresa di una trattazione sistematica nel perduto De philosophia (di cui resta traccia in Agostino) solo dopo il dono-pungolo ricevuto dall’amico-rivale. Il famoso elogio ciceroniano rivolto a Varrone П riletto alla luce dell’agonismo e dell’antagonismo non tanto filosofico quanto personale tra i due accademici, risolvendosi in una sostanziale deminutio del dedicatario e della sua produzione. Dal punto di vista del conduttore del dialogo, le Menippee, in cui Varrone si era esposto anche filosoficamente (in qualche frammento, perfino canzonando i filosofi) e in cui Menippo era stato imitato e non tradotto, avrebbero funto “ad impellendum satis, ad edocendum parum”. L’imitazione di un’imitazione, dunque. Tale venata allusione prelude anche all’ostile tradizione riguardante la fosca ombra di Menippo, il “cane senza coda”, caldeggiato e difeso da Varrone in una menippea dedicata alla dipartita sui generis del filosofo. Nelle Eumenides, la menippea meglio conservata, П presente il frammento che riassume anfibolicamente la duplice facies della formazione varroniana: la cana veritas sarebbe la bianca veritИ platonica, ma anche la mordace veritИ cinica, portata alle estreme conseguenze dal Diogene pazzo. La riflessione si conclude platonicamente focalizzandosi sull’istantaneamente del suddetto frammento attraverso il calco varroniano de inproviso, che rimanda anche alla Lettera VII e alle dottrine non scritte di Platone.

 

Diomira Gattafoni, laureatasi in “Filologia Linguistica e Tradizioni Letterarie”, dopo due anni di Dottorato in “Poesia e cultura greca e latina in età tardoantica e medievale” ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di Materie letterarie, Greco e Latino al Liceo Classico. È docente di ruolo di “Materie letterarie e latino” presso il Liceo “G. Marconi” di Pescara. Tra i suoi interessi: la filosofia e l’eredità del pensiero antico ed ellenistico, di cui Varrone accademico e menippeo è espressione; la poesia (Occasus, 2019); la critica letteraria (Rosso Malpelo, un demone ctonio d’ascendenza menippea?, 2017; Vassalli sulla scia di Campana: La notte della cometa, genesi di un sincronismo emozionale, 2018). Paolo d’Alessandro è ordinario di “Filologia classica” all’Università Roma Tre e docente di “Codicologia” presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica. Tra i suoi interessi, le dottrine grammaticali e metriche dell’Antichità, la tradizione degli studi matematici da Archimede al Rinascimento, la fortuna dei Classici nel Medioevo e nell’Umanesimo.

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