«Magistrale sintesi delle due culture, umanistica e tecnologico-scientifica, Salvucci sembra aver ripreso e perpetuato, nella nostra epoca, il viaggio di un nuovo Ulisse, un Ulisse cibernetico. Il viaggio fantastico di un nuovo eroe, il navigatore “in rete”, che potrebbe rischiare di distaccarsi, e di perdersi, dal senso dell’Io e della realtà. Ma che recupera, infine, come mente-creatore esso stesso della macchina, il possesso di sé e della realtà, e anche, paradossalmen- te, la propria interiorità più profonda, la propria spiritualità, la propria, alla maniera religiosa o alla James Hillman, “anima”».
Dalla Introduzione di Francesco Solitario
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«With a masterly synthesis of the two cultures, humanistic and techno- scientific, Salvucci seems to have taken up and perpetuated, for our time, the voyage – as we noted at the beginning – of a new Ulysses, a cybernaut Ulysses. This is the fantastic journey of a new hero, one who navigates the Net, at con- stant risk of crashing and losing his sense of self and of reality. But he can at last recover, as mind-creator of the machine, possession both of himself and of reality, and also, paradoxically – and something even more important – his own deepest interiority, his own spirituality, or – in religious terms or the words of James Hillman – his own anima, his soul».
Dalla Introduzione di Francesco Solitario