Prezzo € 15,00
Autore Luciana Salvucci
Anno 2007
Pagine 240
«La proposta di Luciana Salvucci, in questa raccolta, sembra quella di un’esperienza artistica vissuta interiormente e letterariamente come piena e libera apertura verso la “sacralità” della creazione umana. (…) Se il compasso può innalzarci dal visibile all’invisibile, l’angelo, come affermava Rilke, rappresenta la creatura nella quale sembra già pienamente realizzata quella trasformazione del visibile nell’invisibile cui noi tendiamo, appunto, attraverso lo strumento del compasso! Il “compasso” (la scienza, la ragione) può aiutarci nell’elevazione verso l’Assoluto, laddove gli “angeli” (la fede) sono segni che avvertono della presenza del Sacro. L’arte (la poesia) può essere, a sua volta, punto di mediazione sottile tra l’orizzonte della fede e l’orizzonte della ragione attraverso, in questo caso, la parola poetica. (…) Spetta al poeta, alla parola poetica, a una parola che sia capace non di inseguire o afferrare, ma di mettersi in ascolto e di ricevere, anche e soprattutto attraverso l’assenza – in un paradossale sconfi namento tra umano e divino -, il mistero di un Dio che si ri-vela nel suo “nascondimento” per quello che realmente è nella sua essenza!»
Francesco Solitario
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«Luciana Salvucci’s work in this collection seems that of an artistic and literary experience lived inwardly as a full and free receptiveness to the “sacrality” of human creation. (…) If the compass can raise us from the visible to the invisible, the angel, as Rilke said, is the being who seems to have fully achieved the transformation of the visible into the invisible towards which we tend, through the instrument of the compass! The “compass” (science, reason) can help us in the elevation towards the Absolute, where the “angels” (faith) are signs that warn of the presence of the Sacred. Art (poetry) may in its turn, as a subtle point of mediation between the horizon of faith and the horizon through reason, in this case, of the poetic word. (…) It is for the poet, the poetic word, a word that is not incapable of pursuing or catching, but only of listening and receiving, not least through the absence – in a paradoxical encroachment between human and divine – and the mystery of a God who reveals himself in his “hiddenness” for what he really is in his essence!»
Francesco Solitario
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