CHIEDILO AL VULCANO

ISBN 978-88-8220-307-8 Collane , ,

Prezzo    € 18,00
Autore    Vito diVentura
Anno       2022
Pagine    152

Questo romanzo, apparentemente, racconta la storia di un’adozione. Ma la copertina del libro, un vulcano in eruzione, e il titolo stesso del libro Chiedilo al vulcano, bene esemplificano simbolicamente il complesso contenuto del romanzo. Il vulcano, infatti, è collegato simbolicamente a poteri contrastanti, da una parte la straordinaria fertilità delle zone vulcaniche che favorisce il crescere e la vita, dall’altra il fuoco distruttore è associato all’idea del male e della sofferenza. E dunque non solo il vulcano, stagliandosi verso l’alto, è simbolo di ascesa spirituale, finanche luogo di rivelazione e di visione (si pensi a Mosè) o addirittura dimora degli dei (monte Olimpo), ma anche luogo simbolico, al tempo stesso, della “discesa” (involuzione) degli elementi (aria, terra, acqua, fuoco) che nel suo grembo si uniscono, si trasformano, si trasmutano. È la caratteristica più evidente del vulcano dove, dopo una lunga e complessa silenziosa fase di lavorio sotterraneo, interno e occulto, segue poi una imponente orribile e terrificante eruzione. Così, in questo romanzo, Vito Di Ventura traccia abilmente, con leggerezza di scrittura, passioni umane sotterranee, covate talora in silenzio, talora con moti d’animo appena percettibili, che si intrecciano, si confondono, ora contrastanti ora divergenti, in una tensione taciuta ma sempre perfettamente avvertibile. È la vita che scorre, accesa bruciante inarrestabile come lava fumante. Eruzione come simbolo psicologico di passioni umane contrastanti, talora confuse, caotiche, ma fonte della nostra energia e del nostro divenire, sempre che si riesca a trasformarle e a domarle. Lasciamo al lettore il finale di come evolveranno i mille movimenti sotterranei del romanzo, ma ricordando che la terribile eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano avvenne il 24 agosto, giornata di festa solenne nel calendario romano, perché in quel giorno si pensava che “gli dei mani” ritornassero alla luce. 

 

Vito Di Ventura è nato a Taranto nel 1949. Dopo il diploma, ha intrapreso la carriera militare ed è entrato nell’Accademia di Modena. È laureato in Scienze Strategiche (Torino) e Scienze Politiche (Trieste). Artigliere Controaerei ha frequentato, oltre a numerosissimi corsi di specializzazione in Italia e all’estero (Europa e Stati Uniti), il Corso di Stato Maggiore e il Corso Superiore di Stato Maggiore a Civitavecchia; lo Staff Course a Camberley (Gran Bretagna); il Centro Alti Studi della Difesa a Roma. Ha svolto vari incarichi operativi e di comando sia in Italia sia all’estero (Bosnia e Albania) ed è stato Addetto Militare a Londra (2001- 2004). Ha comandato la Brigata Controaerei di Padova e il Centro Addestramento Artiglieria Controaerei di Sabaudia per poi congedarsi nel 2009 con il grado di Generale di Divisione. Oltre ad essere un militare, Vito Di Ventura ha sempre coltivato la passione per la pittura e la scrittura. È autore di numerosi articoli apparsi sulla Rivista Militare e su altre riviste specializzate. Suoi racconti sono stati pubblicati sul quotidiano di Latina Il nuovo Territorio e nella raccolta Racconti da Londra, 2007. Ha pubblicato: Vita da… pendolare, Cosenza 1999; Una Storia Bagnata di Salsedine, Roma 2008 (Premio LA.VI.TA. 2009 del Comune di Taranto); Qui Londra, Roma 2013; Il Pigiama dei Sogni, Roma 2016 (Premio “Magna Grecia” per la Letteratura 2016 e Finalista [2°] al Premio “Fiuggi Storia” 2016); Oceano, noi, Nuoro 2017. Con Prometheus ha pubblicato Il vento caldo dell’Africa, Milano 2019. 

 

Informazioni aggiuntive