IL SACRO, L’ANIMA E LA PIETRA

ISBN 978-88-8220-215-6 Collane , ,

Prezzo    € 10,00

Autore    Cecilia Bertacche

Anno       2016

Pagine    80

«Questa raccolta sembra essere il viaggio di un uomo alla ricerca di Dio, della salvezza; anzi il viaggio di un’anima che cerca conforto, e pace, e aspira a quell’eternità che solo nell’abbandono totale e assoluto a chi è fonte di eternità, può essere raggiunta. […] Cecilia Bertacche non si nasconde, dicevo, e non nasconde il suo Dio, non nasconde la sua fede, ma anzi la grida, la urla, in una poesia che ha per titolo proprio Fede. Una fede che è tale, perché attraversata da dubbi, incertezze, speranze, desideri e domande senza risposte, ma tale è la fede dell’uomo che pur attaccato da dubbi e incertezze si affida fiducioso nelle braccia del Padre e Gli consegna ad occhi chiusi il suo sì. […] Con un azzardo ragionato, potremmo dire che molte poesie contenute in questa raccolta costituiscono vere camere di risonanza del sacro. E anzi potremmo aggiungere che in questa raccolta poetica si dà vita ad una vera e propria ierofania del simbolo e della parola poetica come effettivo mediatore tra il divino e l’umano, alla maniera indicata da Ries: «In ogni ierofania, il simbolo esercita la sua funzione di mediazione e permette il passaggio dal visibile all’invisibile, dal terrestre al divino». Il simbolo, si vuole intendere, è il significante attraverso il quale il significato si svela, ma in trasparenza. C’è un’epifania di un segreto, di un mistero. Una funzione che ci permette, in qualche modo misterioso, la partecipazione al divino. Qui la parola poetica diventa mediatrice fra il divino e l’umano, fra il cielo e la terra, fra la materia e lo spirito, fra la natura e la cultura. […] Dico che la creazione artistica, e in questo caso la creazione poetica, può diventare lo specchio in cui si cela il mistero dell’atto creatore. Attraverso l’opera d’arte, nel nostro caso la poesia, l’artista rivela non solo l’apparizione del divino, ma testimonia il carattere teandrico dell’esistenza che può svelare nel linguaggio simbolico la presenza del trascendente nella creatività umana».

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