«La serie di litanie “laiche” di Luciana Salvucci si dipana in una serqua potente di invocazioni, suppliche, lamentazioni, rabbia umana per il delitto, lo stupro, l’odio, la pedofilia; è afflizione per la tortura, per il povero, il senzatetto, il genocidio; è dolore per la pena versata, per il delitto insensato, per la guerra maledetta e demoniaca, per l’oppressione gratuita; è ribellione, canto civile, rivolta accorata contro il disordine, contro la mafia, la solitudine, il mare che porta morte, gli amanti distrutti dal disamore, la vita negata ancor prima di nascere! È urlo di disperazione e di sofferenza, per l’uomo, per l’altro; è amarezza e angoscia per il destino di una società che sembra senza speranza; è tormento interiore fino allo spasimo per il giusto che soffre, per l’innocente colpito dal male; è sconforto, è afflizione, è un dolore che si ripete, incessantemente, e che diventa supplizio immane per la sorte dell’uomo. Eppure sono litanie, invocazioni, preghiere, suppliche. E litanie del sangue. Sangue del sacrificio di una umanità disperata. Ma sangue che purifica e che redime. Sangue di un rito espiatorio cosmico universale… Il sacrificio di sangue è compiuto! Il sangue torna alla vita, la Vita riceve di nuovo forza vitale dal sangue. È Salvezza, è Redenzione, è Speranza! La Luce ha sconfitto il buio, promessa e dono per l’umanità».
Francesco Solitario